IL PICCOLO POPOLO

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lunedì, marzo 10, 2008

Arpa Celtica anche da noi...

L'appuntamento è il 13 Marzo a Loro Piceno in provincia di Macerata presso la 1TAVERNAXLORO in Largo Crescimbeni 3.
Durante una sfiziosa cena con piatti a base di formaggi dell'azienda Fontegranne, assaporando vini dell'azienda vitivinicola Velenosi, Luciano Monceri vi delizierà con le sue "Immagini Sonore Musiche per Arpa Celtica".
Finalmente un incontro particolare anche dalle nostre parti.
L'artista padroneggia anche chitarra acustica, chitarra elettrica, morin khoor, riq, bodhran, kantele nordico, ed è una delle voci degli Ogam, gruppo immancabilmente presente a Montelago in occasione della "Celtic Night".

“... La musica dei boschi è suonare d’arpe melodia che induce pace perfetta...” (da un’antica lirica irlandese)
L’arpa celtica è uno strumento a corda usato tra il medioevo e il XVII° secolo, da sola ma anche come accompagnamento alla voce o ad altri strumenti solisti. Tra gli strumenti antichi, è il più completo proprio perché permette di eseguire insieme sia le melodie sia l’accompagnamento. Presso i Celti la musica era considerata un dono degli dei: l’espressione musicale era un vero e proprio ponte tra l’umano ed il divino. In passato lo studio dell’arpa era un lungo percorso che introduceva i giovani tra i 10 e i 18 anni all'apprendimento dell’arte dello strumento, composto di 3 momenti fondamentali:
Suantraidhe - il primo livello, quando nessuno può ascoltare lo strumento senza dolcemente cadere in un sonno meraviglioso;
Goltraidhe - il secondo livello, quando nessuno può ascoltarlo senza sciogliersi in lacrime;
Geantraidhe - il terzo livello, quando nessuno può ascoltare senza essere preso da un irrefrenabile riso.
L’arpa più tradizionale dei bardi, aveva da 30 a 32 corde, e con esse è possibile suonare non solo tutta la musica celtica, ma tutta (o quasi) la musica popolare. E’ per questo che troviamo l’arpa di tipo diatonico (cioè con solo le note corrispondenti ai “tasti bianchi” del pianoforte) anche presso i popoli più diversi; in ogni paese ha cambiato forma, dimensioni, modo di essere suonata conservando inalterato il suo immenso fascino.
Quando pensiamo all’arpa la associamo subito ad un suono armonioso e soave. Ora anche l’arpa celtica ha spesso le corde dell’arpa classica e ne ha ereditato il suono dolce, ma una volta, al tempo dei bardi, l’arpa aveva corde di bronzo, o acciaio armonico.
Anche l’odierna tecnica “a polpastrello” deriva da questo “cambio di corde”, i bardi infatti impiegavano in gran parte le unghie, al punto che la condanna per un bardo che non avesse soddisfatto o avesse addirittura contrariato il proprio mecenate consisteva nel taglio delle unghie, che sarebbe significato per lui non mangiare.
L’arpa con le corde metalliche possiede un suono molto più energico e brillante di quello che conosciamo: suonata da sola da un bravo arpista può dare l’impressione che siano più strumenti ad intrecciare le note contemporaneamente.
(1TAVERNAXLORO, Largo Crescimbeni 3, Loro Piceno -MC- tel.0733.509789)